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"Sviluppando il tema dello straniero (recita il Vangelo di Matteo: 'Ero forestiero e mi avete ospitato'), l'intenzione è di ricordare la morte di Gesú parlando di lui. È un po' come quando, vegliando una salma, ognuno racconta aneddoti e particolarità che rendono ancora vivo e presente il defunto: manifestazioni di affettività lontane da qualsiasi forma rituale. In questo testo ogni protagonista è una sfumatura dell'animo umano che alla fine sarà redento dalla richiesta di perdono: dall'egoismo e dal rifiuto si passerà all'accettazione e al perdono. È esattamente l'attualizzazione del messaggio di Gesú: dalla morte alla nuova vita, l'equivalente della risurrezione." (Igino Canestri)